La Pagoda dell'Oca Selvatica Gigante a Xi'an, in Cina. Alexander considerava questo edificio un modello di struttura vivente, con la sua bella scala, la calma interiore e la connessione con il suo ambiente. Credito:Alex Kwok/Wikimedia, CC BY-SA
Il mio primo laptop Apple sembrava un pezzo di magia fatto apposta per me, quasi una parte di me stesso. Gli angoli arrotondati, le vivaci sfumature, le deliziose animazioni. Ho usato Windows per tutta la vita, a partire dall'IBM 386 della mia famiglia, e non avrei mai pensato che usare un computer potesse essere così divertente.
In effetti, il co-fondatore di Apple Steve Jobs ha affermato che i computer erano come biciclette per la mente, estendendo le tue possibilità e aiutandoti a fare le cose non solo in modo più efficiente ma anche più bello. Alcune tecnologie sembrano sbloccare la tua umanità e farti sentire ispirato e vivo.
Ma non tutte le tecnologie sono così. A volte i dispositivi non funzionano in modo affidabile o come previsto. Spesso devi cambiare per adeguarti ai limiti di un sistema, come quando devi parlare in modo diverso in modo che un assistente vocale digitale possa capirti. E alcune piattaforme tirano fuori il peggio delle persone. Pensa alle guerre di fiamma anonime.
In qualità di ricercatore che studia tecnologia, design ed etica, credo che dal mondo dell'architettura arrivi una speranza per il futuro. Tutto è iniziato decenni fa con l'osservazione di un architetto che gli edifici più recenti tendevano a essere privi di vita e deprimente, anche se realizzati con strumenti e tecniche sempre più elaborati.
L'abbigliamento tecnologico sull'umanità
I problemi con la tecnologia sono una miriade e diffusa, e ampiamente studiati e segnalati:da brevi intervalli di attenzione e collo tecnologico a clickbait e bias dell'IA, trolling e shaming, teorie del complotto e disinformazione.
Poiché le persone vivono sempre più online, questi problemi potrebbero solo peggiorare. Alcune recenti visioni del metaverso, ad esempio, suggeriscono che gli esseri umani arriveranno a vivere principalmente in spazi virtuali. Le persone in tutto il mondo trascorrono già in media sette ore al giorno sugli schermi digitali, quasi la metà delle ore di veglia.
Mentre la consapevolezza pubblica su questi problemi è in aumento, non è chiaro se o come le aziende tecnologiche saranno in grado di affrontarli. C'è un modo per garantire che le tecnologie future siano più simili al mio primo laptop Apple e meno a un mucchio di Twitter?
Negli ultimi 60 anni, il teorico dell'architettura Christopher Alexander ha perseguito questioni simili a queste nel suo campo. Alexander, morto nel marzo 2022 all'età di 85 anni, ha sviluppato una teoria del design che ha fatto breccia nell'architettura. Tradotta nel campo della tecnologia, questa teoria può fornire i principi e il processo per creare tecnologie che sbloccano l'umanità delle persone piuttosto che sopprimerla.
Come si definisce un buon design
Il design tecnologico sta cominciando a maturare. Le aziende tecnologiche e i product manager si sono resi conto che un'interfaccia utente ben progettata è essenziale per il successo di un prodotto, non solo piacevole da avere.
Man mano che le professioni maturano, tendono a organizzare le loro conoscenze in concetti. I modelli di design ne sono un ottimo esempio. Un design pattern è una soluzione riutilizzabile a un problema che i designer devono risolvere frequentemente.
Nella progettazione dell'esperienza utente, ad esempio, tali problemi includono aiutare gli utenti a inserire le informazioni di spedizione o tornare alla home page. Invece di reinventare ogni volta la ruota, i designer possono applicare un design pattern:cliccando sul logo in alto a sinistra si torna sempre a casa. Con i modelli di progettazione, la vita è più facile per i designer e i prodotti finali sono migliori per gli utenti.
I modelli di progettazione facilitano un buon design in un certo senso:sono efficienti e produttivi. Eppure non portano necessariamente a progetti che vanno bene per le persone. Possono essere sterili e generici. Come, esattamente, evitarlo è una sfida importante.
Un seme di speranza risiede proprio nel luogo in cui sono nati i design patterns:l'opera di Christopher Alexander. Alexander ha dedicato la sua vita a capire cosa rende un ambiente buono per gli esseri umani, buono in un profondo senso morale, e come i designer potrebbero creare strutture altrettanto buone.
Il suo lavoro sui modelli di design, che risale agli anni '60, è stato il suo primo tentativo di trovare una risposta. I modelli che ha sviluppato con i suoi colleghi includevano dettagli come quante storie dovrebbe avere un buon edificio e quante fonti di luce dovrebbe avere una buona stanza.
Ma Alexander ha trovato i modelli di progettazione alla fine insoddisfacenti. Ha portato quel lavoro oltre, pubblicando infine la sua teoria nel suo opus magnum in quattro volumi, "The Nature of Order".
Sebbene il lavoro di Alexander sui modelli di progettazione sia molto noto - il suo libro del 1977 "A Pattern Language" rimane un bestseller - il suo lavoro successivo, che considerava molto più importante, è stato ampiamente trascurato. Non sorprende, quindi, che le sue intuizioni più profonde non siano ancora entrate nel design tecnologico. Ma se lo fanno, un buon design potrebbe arrivare a significare qualcosa di molto più ricco.
Sulla creazione di strutture che favoriscano la vita
L'architettura stava peggiorando, non migliorando. Questa fu la conclusione di Christopher Alexander a metà del XX secolo.
Gran parte dell'architettura moderna è inerte e fa sentire le persone morte dentro. Può essere elegante e intellettuale, può persino vincere premi, ma non aiuta a generare una sensazione di vita nei suoi occupanti. Cosa è andato storto e in che modo l'architettura potrebbe correggere il suo corso?
Motivato da questa domanda, Alexander ha condotto numerosi esperimenti nel corso della sua carriera, andando sempre più a fondo. A partire dai suoi modelli di design, ha scoperto che i design che suscitavano più sentimenti nelle persone, quella che chiamava struttura vivente, condividevano determinate qualità. Questa non era solo un'intuizione, ma una teoria empirica verificabile, che ha convalidato e perfezionato dalla fine degli anni '70 fino all'inizio del secolo. Ha identificato 15 qualità, ognuna con una definizione tecnica e molti esempi.
Le qualità sono:
Come scrive Alexander, la struttura abitativa non è solo piacevole ed energizzante, ma lo è anche. La struttura vivente raggiunge gli esseri umani a un livello trascendente, collegando le persone con se stesse e tra loro, con tutti gli esseri umani attraverso secoli, culture e climi.
Eppure l'architettura moderna, come ha mostrato Alexander, ha pochissime qualità che rendono la struttura vivente. In altre parole, nel corso del 20° secolo gli architetti si sono insegnati a vicenda a sbagliare tutto. Peggio ancora, questi errori sono stati cristallizzati nei codici edilizi, nelle leggi sulla zonizzazione, nei criteri di aggiudicazione e nell'istruzione. Decise che era ora di cambiare le cose.
Le idee di Alexander sono state estremamente influenti nella teoria e nella critica architettonica. Ma il mondo non ha ancora visto il cambio di paradigma che sperava.
Entro la metà degli anni '90, Alexander ha riconosciuto che per raggiungere i suoi obiettivi, ci sarebbero state molte più persone a bordo, e non solo architetti, ma tutti i tipi di progettisti, sviluppatori di infrastrutture e persone comuni. E forse altri campi oltre all'architettura. La rivoluzione digitale stava arrivando al culmine.
L'invito di Alexander ai designer di tecnologia
Mentre Alexander perseguiva ostinatamente la sua ricerca, iniziò a notare il potenziale per la tecnologia digitale di essere una forza positiva. Sempre di più, la tecnologia digitale stava diventando parte dell'ambiente umano, diventando, cioè, architettonico.
Nel frattempo, le idee di Alexander sui modelli di progettazione erano entrate nel mondo del design tecnologico come un modo per organizzare e comunicare la conoscenza del design. A dire il vero, questo vecchio lavoro di Alexander si è rivelato molto prezioso, in particolare per l'ingegneria del software.
Because of his fame for design patterns, in 1996 Alexander was invited to give a keynote address at a major software engineering conference sponsored by the Association for Computing Machinery.
In his talk, Alexander remarked that the tech industry was making great strides in efficiency and power but perhaps had not paused to ask:"What are we supposed to be doing with all these programs? How are they supposed to help the Earth?"
"For now, you're like guns for hire," Alexander said. He invited the audience to make technologies for good, not just for pay.
A scene from the game Second Life, evocative of the widespread metaverse imagery. Is it more like the postmodern scene or the Chinese pagoda? Credit:ZZ Bottom/Wikimedia Commons, CC BY
Loosening the design process
In "The Nature of Order," Alexander defined not only his theory of living structure, but also a process for creating such structure.
In short, this process involves democratic participation and springs from the bottom up in an evolving progression incorporating the 15 qualities of living structure. The end result isn't known ahead of time—it's adapted along the way. The term "organic" comes to mind, and this is appropriate, because nature almost invariably creates living structure.
But typical architecture—and design in many fields—is, in contrast, top-down and strictly defined from the outset. In this machinelike process, rigid precision is prioritized over local adaptability, project roles are siloed apart and the emphasis is on commercial value and investment over anything else. This is a recipe for lifeless structure.
Alexander's work suggests that if living structure is the goal, the design process is the place to focus. And the technology field is starting to show inklings of change.
In project management, for example, the traditional waterfall approach followed a rigid, step-by-step schedule defined upfront. The turn of the century saw the emergence of a more dynamic approach, dubbed agile, which allows for more adaptability through frequent check-ins and prioritization, progressing in "sprints" of one to two weeks rather than longer phases.
And in design, the human-centered design paradigm is likewise gaining steam. Human-centered design emphasizes, among other elements, continually testing and refining small changes with respect to design goals.
A design process that promotes life
However, Alexander would say that both these trajectories are missing some of his deeper insights about living structure. They may spark more purchases and increase stock prices, but these approaches will not necessarily create technologies that are good for each person and good for the world.
Yet there are some emerging efforts toward this deeper end. For example, design pioneer Don Norman, who coined the term "user experience," has been developing his ideas on what he calls humanity-centered design. This goes beyond human-centered design to focus on ecosystems, take a long-term view, incorporate human values and involve stakeholder communities along the way.
The vision of humanity-centered design calls for sweeping changes in the technology field. This is precisely the kind of reorientation that Alexander was calling for in his 1996 keynote speech. Just as design patterns suggested in the first place, the technology field doesn't need to reinvent the wheel. Technologists and people of all stripes can build up from the tremendous, careful work that Alexander has left. + Esplora ulteriormente
Questo articolo è stato ripubblicato da The Conversation con licenza Creative Commons. Leggi l'articolo originale.