La nana rossa si chiama AU Microscopii (o AU Mic) e, a causa della sua relativa vicinanza, è considerata una delle meglio studiate tra i circa 150 miliardi di nane rosse presenti nella nostra galassia, la Via Lattea. Le nane rosse sono le cugine più piccole e più fredde di stelle come il nostro Sole e costituiscono oltre il 70% della popolazione stellare nella nostra galassia.
Le nane rosse sono molto attive e spesso mostrano un'intensa variabilità nella loro emissione di radiazioni ad alta energia. Questa variabilità è causata dalla crescita e dal decadimento periodici delle macchie stellari, aree di intensa attività magnetica simili alle macchie solari sul nostro Sole.
Su altri tipi di stelle, le macchie stellari tipicamente emergono e decadono in un periodo che va da pochi mesi a pochi anni. Tuttavia, nel caso di AU Mic, le nostre osservazioni mostrano che il ciclo delle macchie stellari può durare 11 anni, che non è molto diverso dal tempo impiegato dal ciclo delle macchie solari per completarsi. Ciò è interessante perché AU Mic ruota circa 20 volte più velocemente del Sole e quindi gli scienziati non comprendono completamente perché i due oggetti dovrebbero ospitare cicli di attività di scala temporale simile.
È interessante notare che, durante la campagna osservativa, la macchia stellare su AU Mic è scomparsa per poi riapparire, il che è simile a ciò che accade ai campi magnetici polari del Sole prima che avvenga un completo inversione di polarità (chiamata inversione dei poli). Le inversioni polari sono il processo che genera il campo geomagnetico terrestre e si era ipotizzato che le nane rosse subissero un comportamento simile, ma fino ad ora non era mai stato osservato.
Sono necessarie ulteriori osservazioni per confermare se l’attuale comportamento di AU Mic è effettivamente il risultato dell’emergere di un nuovo ciclo, o se si tratta di un processo più complicato che avviene in modo più sporadico. Il monitoraggio continuo delle nane rosse consentirà infine agli scienziati di comprendere meglio come funzionano i loro cicli di attività. In definitiva, questo rivelerà le connessioni tra le proprietà fisiche delle stelle e le zone abitabili attorno ad esse.
La ricerca è stata accettata per la pubblicazione su The Astronomical Journal.