Venti violenti trasportano l'aria calda e rovente verso la parte notturna, dove si raffredda fino a 600°C, permettendo alle nuvole di formarsi e ricoprire l'intero emisfero. Queste tempeste compromettono a tal punto le reazioni chimiche che difficilmente riesce a formarsi metano, anche se dovrebbe essere abbondante in condizioni più calme.
I Giove caldi sono esopianeti giganti gassosi estremi che orbitano attorno alle loro stelle ospiti in stretta vicinanza, portando a diverse proprietà esotiche riguardanti temperatura, densità, composizione, chimica e tempo. Con l'avvento di telescopi straordinariamente sensibili, come il James Webb Space Telescope (JWST), gli astronomi hanno iniziato a studiare le loro atmosfere in grande dettaglio.
Una collaborazione internazionale di astronomi, il team JWST Transiting Exoplanet Early Release Science (JTEC-ERS), ha osservato il caldo Giove WASP-43b con il Mid-Infrared Instrument (MIRI) di JWST per studiarne il clima.
I risultati di tale indagine condotta da Taylor J. Bell (BAER Institute e Space Science and Astrobiology Division, NASA Ames Research Center, Stati Uniti) sono pubblicati su Nature Astronomy .
Il risultato principale è una mappa che delinea la distribuzione della temperatura globale derivata dalla luce infrarossa che WASP-43b emette in risposta all’irradiazione della sua stella ospite. Coprendo una gamma spettrale sensibile ai materiali caldi, MIRI funziona in modo simile a un termometro senza contatto utilizzato per misurare la temperatura corporea, ma su grandi distanze, pari a 280 anni luce per WASP-43b.