Tutta quell'acqua è finita nella stratosfera:uno strato dell'atmosfera situato tra i 15 e i 40 chilometri sopra la superficie, che non produce né nuvole né pioggia perché troppo secco.
Il vapore acqueo nella stratosfera ha due effetti principali. Primo, contribuisce alle reazioni chimiche che distruggono lo strato di ozono e, secondo, è un gas serra molto potente.
Non ci sono precedenti nelle nostre osservazioni di eruzioni vulcaniche per sapere cosa farebbe tutta quell’acqua al nostro clima e per quanto tempo. Questo perché l’unico modo per misurare il vapore acqueo nell’intera stratosfera è tramite i satelliti. Questi esistono solo dal 1979 e da allora non si è verificata un'eruzione simile a quella dell'Hunga Tonga.
Gli esperti di scienza della stratosfera di tutto il mondo hanno iniziato a esaminare le osservazioni satellitari dal primo giorno dell'eruzione. Alcuni studi si sono concentrati sugli effetti più tradizionali delle eruzioni vulcaniche, come la quantità di aerosol di solfato e la loro evoluzione dopo l'eruzione, alcuni si sono concentrati sui possibili effetti del vapore acqueo e altri li hanno inclusi entrambi.
Ma nessuno sapeva veramente come si sarebbe comportato il vapore acqueo nella stratosfera. Quanto tempo rimarrà nella stratosfera? Dove andrà? E, soprattutto, cosa significa questo per il clima finché il vapore acqueo è ancora presente?
Queste erano esattamente le domande a cui abbiamo deciso di rispondere.
Volevamo conoscere il futuro e sfortunatamente è impossibile misurarlo. Questo è il motivo per cui ci siamo rivolti ai modelli climatici, realizzati appositamente per guardare al futuro.
Abbiamo fatto due simulazioni con lo stesso modello climatico. In uno, abbiamo ipotizzato che nessun vulcano fosse in eruzione, mentre nell’altro abbiamo aggiunto manualmente alla stratosfera il vapore acqueo di 60.000 piscine olimpiche. Quindi, abbiamo confrontato le due simulazioni, sapendo che eventuali differenze dovevano essere dovute al vapore acqueo aggiunto.