La nuova teoria potrebbe aiutare a spiegare alcuni degli oggetti più misteriosi e potenti dell’universo, come i quasar e i nuclei galattici attivi. Si pensa che questi oggetti siano alimentati da buchi neri supermassicci, ma i meccanismi esatti con cui producono luce non sono ancora del tutto chiari.
Il team dell'ANU, guidato dal dottor Christian Wolf, ha pubblicato i risultati sulla rivista Nature Astronomy. Suggeriscono che la luce sia prodotta dall’interazione di forti campi magnetici attorno ai buchi neri e alle stelle di neutroni con il gas circostante. Questa interazione crea scosse e scintille, che producono radiazioni ad alta energia sotto forma di raggi X e raggi gamma.
"La nostra teoria è che la luce brillante dei buchi neri e delle stelle di neutroni è causata dall'interazione di forti campi magnetici con il gas circostante", ha detto il dottor Wolf. "Questa interazione crea scosse e scintille, che producono radiazioni ad alta energia."
Il team ha utilizzato simulazioni al computer per modellare l’interazione dei campi magnetici e del gas attorno ai buchi neri e alle stelle di neutroni. Hanno scoperto che le simulazioni producevano una luce simile alla luce osservata dai quasar e dai nuclei galattici attivi.
"Le nostre simulazioni mostrano che l'interazione di forti campi magnetici con il gas circostante può produrre una luce simile a quella osservata dai quasar e dai nuclei galattici attivi", ha affermato il dottor Wolf. "Ciò suggerisce che la nostra teoria potrebbe fornire una nuova spiegazione di come questi oggetti brillano."
Le scoperte del team potrebbero aiutare gli astronomi a comprendere meglio alcuni degli oggetti più misteriosi e potenti dell'universo.
"La nostra teoria ha il potenziale per fornire una nuova comprensione di come i buchi neri e le stelle di neutroni brillano", ha detto il dottor Wolf. "Questo potrebbe aiutarci a comprendere meglio alcuni degli oggetti più misteriosi e potenti dell'universo."