Il gruppo di ricerca, guidato da scienziati dell’Università dell’East Anglia (UEA) e del National Oceanography Center (NOC), ha concentrato il proprio studio sul dimetilsulfoniopropionato (DMSP), un composto prodotto dal fitoplancton marino e dai batteri. Quando il DMSP viene ossidato, rilascia zolfo nell'atmosfera sotto forma di dimetilsolfuro (DMS). Il gas DMS agisce come un nucleo di condensazione delle nubi, svolgendo un ruolo cruciale nella formazione delle nubi e influenzando così il clima terrestre.
Studi precedenti hanno dimostrato che la degradazione batterica del DMSP è responsabile fino al 90% delle emissioni di DMS dagli oceani. Tuttavia, i geni specifici coinvolti in questo processo erano fino ad ora sconosciuti.
Utilizzando approcci genomici e metagenomici all'avanguardia, il team di ricerca ha identificato un gene interruttore chiamato "dsrU" che regola l'espressione dei geni coinvolti nella degradazione del DMSP batterico. Questo gene interruttore è diffuso tra i batteri marini, suggerendo il suo ruolo fondamentale nella produzione di DMS.
"L'identificazione del gene interruttore dsrU rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della regolazione delle emissioni di zolfo dagli oceani", ha spiegato la dott.ssa Michelle Taylor, ricercatrice principale dello studio. “Questa scoperta fornisce un pezzo cruciale del puzzle nella nostra ricerca per svelare le complesse interazioni tra i batteri marini, il ciclo dello zolfo e il clima terrestre”.
I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications, hanno implicazioni significative per comprendere come il sistema climatico della Terra risponde ai cambiamenti delle condizioni ambientali. Facendo luce sui meccanismi che controllano le emissioni di DMS, gli scienziati ottengono una visione più approfondita dei fattori che influenzano la formazione delle nubi e l'equilibrio radiativo della Terra.
Inoltre, la scoperta del gene interruttore dsrU apre nuove strade per ulteriori ricerche sul ruolo dei batteri marini nel ciclo biogeochimico e sul loro contributo alle emissioni globali di zolfo. Questa conoscenza è essenziale per prevedere e mitigare gli impatti delle attività umane sul delicato equilibrio degli ecosistemi del nostro pianeta.