Aviad Levis, uno studioso post-dottorato del gruppo di Bouman e autore principale dell'articolo, sottolinea che, sebbene il video non sia una simulazione, non è nemmeno una registrazione diretta degli eventi mentre hanno avuto luogo. "Si tratta di una ricostruzione basata sui nostri modelli della fisica del buco nero. C'è ancora molta incertezza ad essa associata perché si basa sull'accuratezza di questi modelli", afferma.
Per ricostruire l'immagine 3D, il team ha dovuto sviluppare nuovi strumenti di imaging computazionale che potessero, ad esempio, tenere conto della deflessione della luce dovuta alla curvatura dello spazio-tempo attorno a oggetti di enorme gravità, come un buco nero.
Il team multidisciplinare ha valutato innanzitutto se fosse possibile creare un video 3D dei bagliori attorno a un buco nero nel giugno 2021. La collaborazione Event Horizon Telescope (EHT), di cui Bouman e Levis sono membri, aveva già pubblicato la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro di una galassia distante, chiamata M87, e stava lavorando per fare lo stesso con i dati EHT di Sgr A*.
Pratul Srinivasan di Google Research, coautore del nuovo articolo, era in quel momento in visita al team del Caltech. Aveva contribuito a sviluppare una tecnica nota come campi di radianza neurale (NeRF) che allora stava appena iniziando ad essere utilizzata dai ricercatori; da allora ha avuto un enorme impatto sulla computer grafica. NeRF utilizza il deep learning per creare una rappresentazione 3D di una scena basata su immagini 2D. Fornisce un modo per osservare le scene da diverse angolazioni, anche quando sono disponibili solo viste limitate della scena.
Il team si è chiesto se, basandosi su questi recenti sviluppi nelle rappresentazioni delle reti neurali, sarebbe stato possibile ricostruire l’ambiente 3D attorno a un buco nero. La loro grande sfida:dalla Terra, come ovunque, otteniamo un solo punto di vista del buco nero.