Prendendo di mira selettivamente uno specifico legame C–H, aprono le porte a percorsi sintetici precedentemente chiusi, con potenziali applicazioni in medicina. Lo studio è pubblicato su Science .
Gli organismi viventi, compreso l'uomo, devono la loro complessità principalmente a molecole costituite principalmente da carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno. Questi elementi costitutivi costituiscono la base di innumerevoli sostanze essenziali per la vita quotidiana, compresi i farmaci. Quando i chimici si imbarcano nella sintesi di un nuovo farmaco, manipolano le molecole attraverso una serie di reazioni chimiche per creare composti con proprietà e strutture uniche.
Questo processo comporta la rottura e la formazione di legami tra gli atomi. Alcuni legami, come quelli tra carbonio e idrogeno (legami C–H), sono particolarmente forti e richiedono una notevole energia per rompersi, mentre altri possono essere modificati più facilmente. Mentre un composto organico contiene tipicamente dozzine di legami C–H, i chimici tradizionalmente dovevano ricorrere alla manipolazione di altri legami più deboli. Tali legami sono molto meno comuni e spesso devono essere introdotti in fasi sintetiche aggiuntive, rendendo tali approcci costosi; pertanto, si ricercano metodi sintetici più efficienti e sostenibili.