I terreni ferrosi sono comuni nelle zone umide, nelle paludi e in altre aree in cui prevalgono condizioni di ristagno d'acqua. L'ambiente riducente di questi terreni impedisce l'ossidazione del ferro ferroso in ferro ferrico, con conseguente accumulo di composti ferrosi. La colorazione rossastra o brunastra dei terreni ferrosi è dovuta alla presenza di questi composti del ferro, che possono includere minerali come la goethite (FeOOH) e la lepidocrocite (FeO(OH)).
I terreni ferrosi possono avere diverse proprietà fisiche e chimiche a seconda delle specifiche condizioni ambientali in cui si formano. In generale, i terreni ferrosi tendono ad avere bassi livelli di pH, indice di acidità, e possono anche presentare uno scarso drenaggio e condizioni di ristagno d’acqua. L'alto contenuto di ferro può influenzare la tessitura del terreno, rendendolo più compatto e meno aerato.
La presenza di ferro ferroso nei terreni può avere effetti sia positivi che negativi sulla crescita delle piante. Da un lato, il ferro è un micronutriente essenziale per le piante e la sua disponibilità nei terreni ferrosi può essere benefica per la salute delle piante. Tuttavia, quantità eccessive di ferro ferroso possono essere tossiche per le piante, causando sintomi come la clorosi ferrica, dove le foglie ingialliscono a causa dell'insufficiente produzione di clorofilla.
I terreni ferrosi possono essere gestiti per ottimizzare il loro potenziale agricolo. Pratiche adeguate di drenaggio e aerazione possono aiutare a ridurre l’accumulo di ferro ferroso e migliorare le condizioni del suolo. Inoltre, l’applicazione di materia organica, come compost o letame, può aiutare a ridurre la solubilità e la tossicità del ferro ferroso, rendendolo più disponibile per l’assorbimento da parte delle piante.